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29 settembre 2009

8 Lesson #7

Andare e venire in italiano e in inglese si usano + o - allo stesso modo.
Se io sono qui e tu sei lì si dice "Vengo lì" che in inglese diventa "I'm coming"; se siamo qui tutti e 2 in italiano si dice "Vado la'" che in inglese diventa "I'm going"
E fino a qui direi anche che e' tutto nella norma.

Ma se io sono qui, tu pure e insieme ci rechiamo in un posto distante il discorso cambia un po'.
In italiano, per esempio, si dice "Vieni alla festa con me?" mentre in inglese diventa "Will you go to the party with me?"

Ve lo dico non tanto per convincervi a usare "go" invece di "come" in queste circostanze che per me personalmente e' davvero impossibile sconfiggere il riflesso condizionato, tanto + che vi capiscono tutti benissimo lo stesso. Ma piuttosto per non stranirvi se lo sentite e perche' in specifiche occasioni le sfumature possono diventare importanti! Insomma se uno vi chiede "Are you going to the party?" presumibilmente e' perche' ci andra' pure lui. Cioe', ve sta' a invita' :)

27 settembre 2009

3 le barbone

Alcune Barbie giganti fanno bella mostra in una vetrina sulla 19esima.
...delle barbone, insomma.

Le foto arrivano per gentile concessione dal blog di Vintage Vandalizm che le mie sono venute tutte con il riflesso della mia bella faccia

26 settembre 2009

14 gli ultimi 7gg al cinema

Rotta l'astinenza si ritorna alle vecchie abitudini ed eccomi a raccontarvi (come sempre senza spoiler) le mie ultime 2 visite ad una sala cinematografica.

Jennifer's Body e' uno di quei film che si vanno a vedere apposta per avere qualcosa di cui scherzare con gli amici. E devo dire che, da questo punto di vista, ci hanno regalato un nuovo classico. Megan Fox passa tutti i 90min a sculettare e sparare battute da far arrossire un camionista mentre il film propone uno dopo l'altro tutti i cliche' del cinema horror in maniera così cazzona che alla fine quando esci sei comunque di buon umore.


Inglorious Basterds non e' il lavoro migliore di Tarantino ma resta un bel film. Il regista mescola a dosi generose tutti gli elementi che hanno reso inconfondibile il suo modo di fare cinema: il racconto a episodi, la babele delle lingue, il tema della vendetta, i personaggi che sembrano eroi dei fumetti, l'altalena delle citazioni e naturalmente le scene pulp e iper-violente. Ma secondo me aggiunge poco ai suoi film precedenti, finisce per riscaldare un minestrone - pur sempre saporito - ma che ci ha gia' servito una volta di troppo per entusiasmare.

25 settembre 2009

1 Fuerza Bruta

Fuerza Bruta appartiene a quella categoria di spettacoli che si muovono lungo la linea di confine tra il teatro, la danza, il circo ed il mimo (tra cui , per esempio, ci sono anche Blue Man Group e Stomp). L'altra cosa ad accomunarli e' la capacita' straordinaria di coinvolgere il pubblico non soltanto rapendone l'interesse ma anche e soprattutto facendolo diventare una parte attiva della rappresentazione.

All'ingresso del teatro c'e' subito la sorpresa di non trovare un palco ma una pista circolare con un dj set a uno dei lati: una sorta di discoteca interattiva in cui ci si spostera' seguendo le indicazioni ricevute di volta in volta per fare spazio alle attrezzature o seguire le esibizioni dei performer. Gli interpreti dello show si mescolano al pubblico, interagiscono, gli cedono la ribalta in un crescendo di ritmi, musiche ed evoluzioni acrobatiche. Un baccanale pieno di brutale energia che si stempera occasionalmente in momenti + tranquilli, caratterizzati da movimenti armoniosi ed eleganti. E poi c'e' l'acqua, tanta acqua...quella della piscina sospesa in cui le ballerine scivolano come creature dell'oceano, quella degli idranti che frustano gli attori come tempeste e quella che all'improvviso piove dal soffitto bagnando tutti (e infradiciando alcuni) per la festa finale.


24 settembre 2009

12 Ignite

Una decina di speaker, 5 minuti a testa a disposizione e come unico supporto una presentazione power point di massimo 20 slide che ruotano automaticamente ogni 15 secondi.
Questo e' Ignite - un'iniziativa, secondo me molto figa, nata a Seattle circa 5 anni fa e ormai estesasi a tutti gli Stati Uniti e a molte altre citta' del mondo (ma credo non in Italia)

Ci puoi incontrare giovani imprenditori che parlano delle loro start-up, blogger che discutono delle lezioni di vita che si possono trarre dai reality, giornalisti di guerra che spiegano come tutelare le loro fonti e scrittori improvvisati che raccontano di come hanno dato vita al fenomeno tutto americano delle barzellette su Chuck Norris (tipo queste). Per intenderci questi sono realmente alcuni dei temi degli interessantissimi e divertenti interventi della serata a cui sono stato questa settimana.

Ne parlavo con entusiasmo ad un mio amico italiano il pomeriggio prima di andarci e lui mi ha detto "Sei il solito sfigato". Non in tono offensivo ma con complicita' perche' anche a lui piacciono queste cose. Ma la verita' e' che ci dobbiamo portare dietro un retaggio culturale ben storto se tutte le serate che non hanno almeno incidentalmente a che fare con un mojito o con un negroni vanno archiviate per forza alla voce "sfigato".

5 Flash Forward

Questa settimana e' in corso il New York Television Festival, che consiste in un ciclo di conferenze sui nuovi trend televisivi, screening di produzioni indipendenti e le anteprima di alcune delle grandi novita' della stagione. Tutto (o quasi) assolutamente gratuito come succede spesso da queste parti.
Ieri ho visto l'anteprima di Flash Forward, il nuovo telefilm che debutta oggi su ABC e che nelle intenzioni dei produttori dovrebbe raccogliere l'eredita' di Lost, giunto quasi alla dirittura d'arrivo. E' tutto abbastanza ben fatto, gli elementi sembrano essere tutti lì: l'azione, la suspence, i personaggi con un passato (e in questo caso anche un futuro) in cui scavare, ma per qualche motivo c'e' qualcosa che non clicca. Sara' che Joseph Fiennes (il fratello figo di Ralph) non e' abituato ai tempi televisivi, sara' che i flash forward del titolo ricordano troppo i flash back di Lost, oppure sara' soltanto che una serie di questo tipo richiede tempo per appassionarsi. Fatto sta che il mio giudizio e' tiepidino.
Magari provero' a leggere il romanzo di Robert J. Sawyer a cui la serie e' ispirata - e che ieri davano in regalo. Perche' sì - ammettiamolo - alla fine la cosa figa di queste serate non sono le proiezioni ma il fatto che bevi gratis, mangi a sbaffo, un piccolo gadget te lo porti sempre a casa e se proprio proprio ti dice culo e vinci alla riffa magari ti intaschi anche un bel premio. A dirla tutta, come regola generale, io prego sempre che non esca il mio numero che ad andare sul palco mi vergogno ma ieri davano via una X Box e penso che nessuno si stupira' se dico che ci sono rimasto assai male quando hanno estratto quel tizio della fila a destra al posto mio !

23 settembre 2009

12 quiz

A chi indovina cos'hanno in comune queste 3 immagini, una bella pacca sulla spalla non gliela leva nessuno. Che e' sempre meglio dello spernacchio che si prende chi sbaglia

22 settembre 2009

6 Lesson #6

Una cosa che a scuola non insegnano sono le espressioni da utilizzare quando si e' incazzati. Non parolacce e oscenita' (xke' ho pensato che fare un elenco di improperi non e' che fosse interessantissimo) ma espressioni a volte effettivamente un po' volgari, a volte appena colorite che bisogna assolutamente sapere per sostenere un minimo di litigio, senza limitarsi soltanto a dire "You gotta be kidding me" a nastro continuo.

Cominciamo con una che credo conosciate gia' tutti. Se qualcuno vi sta dando parecchio sui nervi si dice "You're pissing me off". La logica che sta dietro l'espressione onestamente mi e' sempre un po' sfuggita...forse che la pipi' (come la pazienza) e' una cosa che si tiene fino a che non ce la si fa +, ma la mano sul fuoco proprio non ce la metterei. Ad ogni modo, mi sembra assai + interessante andare a vedere perche' vi stanno facendo arrabbiare. Per esempio potrebbe esserci un tizio che vi parla alle spalle o dice cose poco carine sul vostro conto. In quel caso "He is talking shit about you!" Oppure qualcuno vi ha insultato in faccia, vale a dire "He called you names". Mi raccomando, la regola generale e': "Don't take shit from anybody and don't let anyone call you names". Altre situazioni che possono indurre al litigio sono quando qualcuno si comporta in maniera arrogante - "He is giving you an attitude" - o se cerca di imbrogliarvi - "This is a scam" (o anche "You're ripping me off"). E chiudiamo con la mia preferita da utilizzare qualora qualcuno vi accusi apertamente di qualcosa di fronte agli altri. Ecco in quel caso si dice che "He is throwing you under the bus". Attenzione, non conta che siate effettivamente responsabili dell'accaduto (e quindi ve la siete andata a cercare) o che non c'entriate niente (e quindi e' solo una calunnia). Lo sgarro in questo caso e' quello di essere stati esposti da uno che ha rotto un tacito patto del silenzio.

20 settembre 2009

5 Il segreto di Ricky's

Restando in tema di catene di distribuzione, qualcuno mi deve spiegare il segreto di Ricky's.
Anche qui ci vuole una breve intro per chi non li conosce. Si tratta di una 20ina di punti vendita (a cui nel periodo di Halloween si aggiungono altrettanti temporary store) dove si vendono maschere e costumi di carnevale. Anche prendendo atto del fatto che ad Halloween qui perdono tutti la testa e che le feste in costume sono assai + comuni che da noi, giustificare la presenza di così tanti punti vendita mi viene difficile.
Beh, parte del segreto, a essere sincero, ve la posso raccontare pure io. Alcuni punti vendita completano l'assortimento con prodotti tipo parrucche, completini intimi, giochi per adulti e sex toys (che devo dire nel contesto del negozio non stonano affatto). Altri hanno al proprio interno un parrucchiere. Ma anche così, il fatto che questo mese ne abbiano aperti 2 nel mio quartiere uno di fronte all'altro ai 2 lati della 6a, angolo 18ima resta un po' un mistero!

0 Duane Reade si rifa' il trucco

Cambio di immagine per Duane Reade, una catena che con oltre 200 punti vendita e' onnipresente in ogni angolo della citta'. Per chi non li conosce, si tratta di convenience store dove si possono acquistare una selezione di generi alimentari confezionati, prodotti per l'igiene personale e della casa e (nella sezione farmacia) anche medicinali con o senza ricetta oltre a poter usufruire di servizi come fotocopie e sviluppo fotografie.
Alcuni punti vendita da qualche giorno hanno subito un restyling radicale. E' cambiato + o - tutto: l'insegna, le vetrine, il material pop, la disposizione degli scaffali, ecc..

Questo, ad esempio, e' quello all'angolo tra la 14esima e la 7a che ha gia' il nuovo look

Mentre questo e' quello sulla 6a, all'angolo con la 19ima, che ha ancora il vecchio lay-out e la vecchia insegna


Le linee guida mi sembrano le stesse seguite alcuni mesi fa per il fallimentare lancio del nuovo pack di Tropicana, ritirato dal commercio dopo appena poche settimane: linee ordinate e colori tenui che trasmettono un'idea di razionalita' ed efficienza collegata al risparmio. Complessivimente tutte cose che (al contrario del caso Tropicana) sono abbastanza in linea sia con l'identita' di Duane Reade sia con la voglia di rassicurazione della gente che fa la spesa in questo periodo di crisi. Tuttavia mi pare anche che il cambiamento sia un po' troppo radicale e, come sempre accade quando le cose si fanno senza la dovuta gradualita', rischia come minimo di generare confusione tra i clienti abituali.

19 settembre 2009

9 la statua della liberta'

21 mesi dopo il mio arrivo a NY finalmente stamattina mi sono convinto a visitare la Statua della Liberta'. E' quello che spesso succede con i monumenti della tua citta', ti dici "uno di questi giorni ci vado" e finisce che non vai mai. Aggiungi che io sono mediamente allergico alle destinazioni turistiche e 21 mesi cominciano ad avere + senso. In effetti la gita all'inizio non prometteva bene x niente: petulare di marmocchi ad ogni angolo, turisti iper aggressivi che devono visitare la citta' in mezza giornata, fastidio a dritta e pure a mancina. Inoltre la mia inettitudine x questo tipo di situazioni salta fuori subito appena il traghetto si accosta alla statua per la prima volta: mentre tutti scattano foto come dei forsennati, io mi accorgo che ho la memory card piena e anziche' godermi una delle viste + iconiche del mondo sono chinato come un pirla sulla macchina che cancello a casaccio le fotografie degli ultimi 6 mesi. Poi pero' , a poco a poco, ho cominciato a prenderci gusto e una volta approdato a Liberty Island mi sono anche rifatto con le foto (compresa la classica istantanea del perfetto turista con la statua alle spalle).

I monumenti si dividono in 2 categorie: quelli che sono meglio in foto e dal vivo ti lasciano con l'amaro in bocca (tipo la Sfinge) e quelli che mantengono quello che promettono (tipo la Cappella Sistina). La statua appartiene decisamente alla seconda categoria: maestosa, imponente, fa risuonare nell'aria in maniera distinta e inconfondibile quel messaggio di liberazione e indipendenza di cui e' simbolo universale. New York vale la pena di visitarla per mille e + ragioni e la Statua della Liberta' e' sicuramente una di quelle.
Lasciata Liberty Island, il traghetto si sposta a Ellis Island, che dalla meta' dell'800 fino agli anni '20 e' stato il punto di accesso per gli immigrati che da ogni parte del mondo bussavano alle porte degli Stati Uniti. Oggi, invece, ci si puo' trovare un suggestivo ed intelligente museo che riproduce il percorso ed i controlli a cui dovevano sottostare gli immigranti per ottenere finalmente il permesso di entrare nel paese. L'isola e' stata per tutti loro un luogo al tempo stesso di paura e di speranza, il culmine o la conclusione di un viaggio che in ogni caso avrebbe cambiato le loro vite . Il museo ospita anche un archivio dove si possono fare ricerche nei registri dell'epoca. Io ho scoperto che un mio omonimo sbarco' qui nel 1924 dopo essere partito da Monfalcone.
Stai a vedere che ho trovato lo zio d'America!

18 settembre 2009

4 District 9

Sono andato a controllare per scrupolo e pare proprio che l'ultimo post su un film sia questo del 09 agosto. E' ufficiale: ho passato + di un mese senza andare al cinema! Mi sa che son proprio andati i bei tempi quando riuscivo a farvi un resoconto quindicinale di 3 o 4 pellicole.

L'altra sera pero' ho finalmente rotto l'astinenza con District 9 che e' un gran bel film di fantascienza...come ormai ne fanno sempre meno, dove gli effetti speciali ci sono ma passano in secondo piano rispetto a tanti altri aspetti della narrazione. Un'astronave aliena sbarca (o sarebbe meglio dire naufraga) nel bel mezzo di Johannesburg. Gli occupanti dell'astronave sono degli esseri innocui ma dall'aspetto abietto (simili a dei gamberoni giganti) e dai comportamenti un po' meschini e animaleschi. Data l'impossibilita' di farli ritornare sul loro pianeta, le autorita' della terra decidono di rinchiuderli in una sorta di gigantesco campo profughi - il District 9 del titolo per l'appunto.
Da qui comincia il film , che si divide in 2 parti abbastanza distinte. La prima racconta con taglio documentaristico la vita nel ghetto alieno come metafora di ogni forma di apartheid ed e' quella di maggiore pregio cinematografico. L'idea e' originale e fa riflettere su temi che + attuali non potrebbero essere (la solidarieta' umana, lo stato di diritto dei profughi, il razzismo). La seconda, invece, rientra + nei canoni del classico thriller di fantascienza con un crescendo di azione.
Ottima la regia, molto bello il montaggio, soltanto un po' sciapa la recitazione (ma forse dipendeva dall'accento sud africano che fa sembrare tutti un po' giuggioloni).

17 settembre 2009

8 Fashion Week

Pare sia cominciata la Fashion Week, quest'anno veramente in sordina. Il tendone in Bryant Park e' quello di sempre ma sara' per il cielo plumbeo, sara' per la crisi, l'atmosfera e' tutt'altro che elettrizzante. I paparazzi + che a frotte li vedi a piccoli gruppetti; le celebrity son ben men che celebri; la concentrazione gay (notoriamente gia' elevata) non mi sembra essere aumentata + di tanto e le assistenti delle riviste di moda somigliano sempre meno ad Anne Hathaway e sempre + ad Ugly Betty. Gli unici che ci credono di brutto sono quelli di Lily O'Brien's che ieri offrivano caffe' gratis a destra e manca con il risultato che il sottoscritto (dispostissimo a pagare come ogni santo giorno) si e' dovuto privare del piccolo piacere quotidiano dell'espresso a causa di una fila interminabile. Che altro? Pare che la moda di quest'anno saranno i pantaloni "acqua-alta", ma voi senz'altro lo sapete gia' che Milano sul tema specifico e' un passo avanti!

16 settembre 2009

12 Lesson #5

E' un fatto: gli Americani sono ossessionati da sigle e abbreviazioni. Se sia una cosa bella oppure no non saprei direi...ci sono delle volte che mi piace e altre in cui mi manca l'ampollosita' e tutto quel girare intorno ai concetti della lingua italiana. Volenti o nolenti, tocca adeguarsi e vi assicuro che certe giornate possono diventare un inferno.

Si comincia gia' la mattina a colazione bevendo un bel bicchiere di OJ (orange juice), poi si va in ufficio dove tutto il giorno hai a che fare con persone che si fanno chiamare nei modi + disparati: VP (vice president), MD (managing director), COO (chief operation officer). Alcuni di loro hanno un BS (Bachelor of Science), altri hanno fatto un MBA (Master in Business Administration) ma - date retta a me - non c'e' scuola che giustifichi tanto abuso di titoli. Questo modo di parlar x sigle e' da tempo diventata cosa comune anche in Italia negli ambienti lavorativi ma qui e' fuori controllo. Espressioni come FYI (for your information) o ASAP (as soon as possible) non si usano soltanto nelle e-mail ma anche quando ci si parla faccia a faccia. 2 persone sedute a 50cm di distanza possono tranquillamente guardarsi negli occhi e dire qualcosa tipo "FYI, I received a call from the boss this morning and I need you to get me those information ASAP" (Ti volevo dire che il capo mi ha chiamato prima e ho bisogno che mi passi quell'informazione al + presto). Ad ogni modo, superata una mattinata impegnativa vai in pausa pranzo intenzionato a strafogarti e chiedi un panino bello ghiotto, tipo un BLT (bacon, lattuce & tomato). Nel pomeriggio lavoricchi + distrattamente (che gia' a questo punto hai la testa che ti scoppia di iniziali) e senza farti accorgere cominci a organizzare il tuo appuntamento per la serata che e' con una JAP. Il termine non indica una giapponesina ma una Jewish American Princess: fighetta, tiratina ma chiaramente una cagacazzo come tutte le rappresentanti della categoria. Aperitivo a LES (Lower East Side) e cena a Nolita (North of Little Italy...sì questi riescono a fare degli acronimi anche con le sillabe invece che con le sole iniziali). Certo non ti aspettavi una serata interessante a parlare dell'MVP (most valuable player) del torneo di basket e neppure di filosofeggiare di massimi sistemi ma neanche di essere così scalognato da beccarla in PMS (Pre-menstrual Syndrome) e doverti sorbire un pippone sulla litigata con la sua BF (best friend) o sul fatto che la sorellina + piccola e' stressata per l' SAT (scholastic aptitude test o scholastic assessment test a seconda delle scuole di pensiero), l'esame pre-universitario che si vede sempre nei telefilm. Quello che ti resta da fare e' aspettare che la serata finisca cercando rifugio nell'alcool...ma quando ti metti al volante fai una manovra un po' azzardata e ti becchi un DUI (driving under the influence-richiamo per guida in stato di ubriachezza) da un agente dell'NYPD (New York Police Dept). Addio alla patente per i prossimi 6 mesi

Sfiga? No, just another day in the USA (United States of America)

15 settembre 2009

3 Broadway, off Broadway, off-off Broadway

Gli spettacoli teatrali a NY vengono classificati in una di queste 3 categorie a seconda della distanza da Broadway. Prima di tutto un chiarimento: Broadway e' un vialone che attraversa tutta la citta' dalla punta meridionale di Manhattan su fino al Bronx, ma quando viene citata in questo contesto di solito ci si riferisce a un quartierino di Midtown noto anche come Theatre District. Detto questo, onestamente ai fini della classificazione di cui sopra Broadway e' + una categoria astratta che una definizione toponomastica: ci sono teatri che sorgono in questa zona ma che non appartengono al circuito principale e viceversa.

A Broadway vanno di scena le produzioni + prestigiose: budget plurimilionari, grande battage mediatico, teatri con almeno 500 posti a sedere, cast di richiamo (spesso impreziositi da star del cinema o della tv) e biglietti dai $100-150 in su. Normalmente sono sold-out tutta la settimana, anche grazie all'ininterrotto afflusso di turisti. Appartengono alla categoria successi internazionali come Mamma Mia, i musical di casa Disney, il campione della critica God of Carnage e - tra le cose che ho visto quest'estate - produzioni spassose come Blithe Spirit, storia di una seduta spiritica andata storta con protagonisti Rupert Everett e Angela Lansbury, nota da noi (e anche qui) come Signora in Giallo ma in realta' anche una delle attrici + premiate della storia di Broadway. Lo spettacolo mi e' piaciuto abbastanza ma soprattutto lei a 85 o forse di + dire che e' spiritata e' addirittura poco.

Gli spettacoli Off-Broadway hanno pure loro dei bei budget e vanno di scena in teatri dai 99 ai 500 posti a sedere. Gli attori non hanno nomi noti al grande pubblico ma spesso sono piccole celebrita' nel mondo del teatro. Costo del biglietto abbastanza variabile ma di solito ve la cavate tra i $50 e i $100 (anche di meno se lo spettacolo non e' un successone). Spesso Off-Broadway e' terreno di prova perproduzioni che dopo qualche anno debuttano con grande successo a Broadway (tipo il pluri-premiato Spring Awakening) oppure di show spettacolari come i Blue Man Group o Stomp. Quest'estate, per esempio, ho visto un musical fantastico intitolato The Toxic Avenger. E' il racconto roboante e divertentissimo di un imbranato che si trasforma in un energumeno vendicatore dopo essere stato gettato in una delle famigerate discariche abusive del New Jersey (che come potete ben immaginare riceve tutta la spazzatura della scintillante Manhattan). Raccomandatissimo se passate di qui e volete evitare le scelte + banali.

Infine c'e' Off-off Broadway: budget miserrimi, produzioni risicatissime, location arrangiate alla bell'e meglio e tanta sperimentazione. Un biglietto ve lo portate a casa per pochi dollari ma dovete stare attenti a quello che vi capita. A volte va di lusso perche' scovate delle piccole gemme, altre volte pero' vi dice male. Per esempio qualche settimana fa sono andato a vedere una riproposizione del Giulio Cesare all'American Theatre of Actors. Al di la' del fatto che il teatro condivide il cortile con un commissariato di polizia, lasciando perdere pure che il bigliettaio mi ha chiesto se conoscevo qualcuno nel cast e quando gli ho detto di no mi ha guardato strano perche' forse ero l'unico che stava lì di sua sponte, sorvolando sul fatto che la scenografia non esisteva proprio...ecco anche volendo ignorare tutte queste cose qui gli attori erano dei tali cani che dopo 40 (interminabili) minuti meta' del pubblico (compreso il sottoscritto e probabilmente i parenti meno stretti) si e' dileguato alla chetichella con gli attori che ci guardavano tra il deluso e il rassegnato dal palco distante 50 cm.

14 settembre 2009

6 Super Mom

Le poste che hanno perso il mio biglietto e la pioggia che ha fatto posticipare il programma di 24h non sono bastate a fermarmi e ieri sera finalmente sono riuscito ad andare a Flushing Meadows per la finale femminile degli US Open. Kudos a Kim Clijsters - rientrata in attivita' da poche settimane dopo essere stata assente per 2 anni e mezzo in cui ha fatto una bimba e si e' dedicata alla famiglia. Al termine di un torneo assurdo - dove le teste di serie russe sono cadute come mosche sotto il peso dei nervi e Serenona Williams ha sbroccato del tutto minacciando di ficcare una pallina giu' per la gola a una malcapitata giudice di linea - una lezione fantastica su come le cose nella vita vadano prese in prospettiva. E soprattutto sul fatto che se c'hai 20 anni e guadagni i miliardi forse conviene che la vita impari anche a godertela che se no a noi che ce ne abbiamo 30 e ne guadagniamo assai meno ci fai anche girare un po' le balle.

Altre lezioni imparate ieri:
  • La sessione notturna sicuramente crea il fascino dell'evento. Ma comunque meglio la sessione diurna...succedono un sacco di cose in +, si possono vedere i campioni che si allenano sui campi laterali e in generale c'e' + aria di festa
  • David Archuleta di American Idol facevo anche a meno di sentirlo ma cantare non canta male (specie per una cosa tipo l'inno)
  • Nel tennis su sedia a rotelle la pallina si puo' far rimbalzare 2 volte. E fra l'altro come sport non e' neanche brutto da vedere
  • $18 per hamburger, coca e patatine sono un furto ma - che ci vuoi fare - sono gli Open

12 settembre 2009

6 blogger che viene, blogger che va

Qualche tempo fa Pluto faceva notare che e' un periodo di spostamenti per i blogger italiani in america. Lui si trasferisce un po' + a nord a Palo Alto, Fabrizio verso est a Chicago ed Aelys + a sud a Los Angeles (...da dove pero' posta pochissimo).
La verita' e' che, vuoi per inclinazione vuoi per lunga pratica, la categoria e' abituata vivere con le valigie in mano. E d'altra parte bisogna pure riconoscere che la vita dell'espatriato in America come in ogni altra parte del mondo bisogna essere preparati a prenderla un po' alla giornata.

Tutta questa premessa perche' volevo salutare Jannessinho frequente commentatore di questo blog e autore a sua volta di un blog a stelle e strisce. Oggi torna in Italia dove ha un nuovo progetto da curare e io gli faccio un in bocca al lupo.

2 Marisa e Roxy

All'angolo tra la 7a e l'11ma c'e' un piccolo recinto a cui sono appese centinaia di piastrelle di ceramica dipinte a mano. L'iniziativa si chiama Tiles for America ed e' nata alcuni anni fa per commemorare le vittime dell'11 settembre (di cui ieri ricorreva l'ottavo anniversario)

Le ceramiche sono spesso opera di bambini e vengono quasi sempre decorate con scritte e disegni inneggianti alla pace, all'amore per la patria, al ricordo dei propri familiari scomparsi in guerra o negli attentati...tipo quelle delle foto sopra
Dico quasi sempre perche', qualche tempo fa, ne ho notata una meravigliosamente fuori contesto e assolutamente italiana al 100%. Una colombella bianca con scritto in pennarello blu: Marisa e Roxy per sempre! Firenze, Italy. Tipo quando si andava in gita e si scriveva l'anno della propria leva sui muri oppure i 2 fidanzatini che incidono un cuore su una panchina nel parco. Marisa, Roxy non so se siete amiche, colleghe, fidanzate, sorelle o cugine ma vi ringrazio perche' mi avete regalato un sorriso...che poi mica e' detto che a volte valga meno di un augurio di pace.


PS: le foto sono indegnamente sfuocate...potrei dare la colpa al flash ma la verita' e' che c'ho la mano tremula

4 sessione 25

Ho i biglietti per la sessione 25 degli US Open, ovvero la finale femminile originariamente in programma per stasera. Pero' dato che qui sono 3 giorni che piove e non hanno ancora giocato neanche le semifinali e' da escludere che sara' effettivamente stasera.
Se non ho capito male hanno spostato a oggi la sessione 23 (che sarebbero appunto le semifinali femminili), a domani pomeriggio la sessione 24 (semifinali maschili) e domani sera la mia sessione.
Ad aggiungere incertezza su incertezza c'e' il fatto che il biglietto non ce l'ho in mano ma lo devo ritirare al botteghino...ok questo a una persona razionale non dovrebbe generare nessuna preoccupazione ma chissa' com'e' io mi sentirei lo stesso + tranquillo con il biglietto in mano.
Faranno meglio a non giocarmi brutti scherzi, faranno !

9 settembre 2009

7 Lesson #4

Oggi parliamo di saluti, un tema che, prima o poi, qualsiasi corso di lingua (persino questo) deve affrontare. Note in liberta’ senza nessuna pretesa di completezza…ok, prima di arrivare alle 10ima lezione magari e’ il caso che smetta anche di ripeterlo

Come stai non interessa a nessuno
L’espressione + comune x salutarsi e’ “How are you doing ?” (oppure una delle sue varianti: “How is it going?” , “How are you ?” , “How do you do?” ). Ecco, anche se all’apparenza sembra una domanda, in realta’ non lo e’ affatto. A meno che l’interlocutore non lo chieda con un’intonazione particolarmente accorata o inquisitiva, si tratta di un semplice “SALVE” e in quanto tale bisogna rispondere facendo eco con un altro “How are you doing?”. Insomma come state non interessa a nessuno

Mai troppo presto per una buona notte
Non so bene cosa prescriva il galateo, ne’ quale sia esattamente la regola grammaticale ma vi posso dire con un discreto margine di sicurezza che se – per via dell’orario – siete indecisi su come congedarvi dal vostro interlocutore, con un “Have a good night” vi levate quasi sempre dagli impicci. All’incirca direi che dalle 3 e mezza / 4 in poi si puo’ augurare la buona notte senza esitazioni. Suona strano ma fidatevi che e’ così

Aspetta e spera
Spesso per congedarsi si usa l’espressione “See you later” che NON vuol dire “Ci vediamo DOPO”. Il dopo in questione infatti e’ un concetto MOLTO MOLTO vago che puo’ voler dire un’ora, un giorno o qualche mese. Il modo + corretto di tradurlo (e di utilizzarlo) quindi e’ semplicemente come un “Arrivederci”. Perche’ prima o poi ci si vedra’ ma quando non e’ dato di sapere

8 settembre 2009

4 lo spiun di vimudrun

Lo diceva sempre una mia collega quando ancora lavoravo per i giapponesi 7 o 8 anni fa. + che denunciare il carattere particolarmente impiccione degli abitanti di Vimodrone, penso che l'espressione nascesse soltanto dallo sfizio di far rima...ovviamente nel caso voi ne sappiate di + sulle origini di questo detto mi raccomando di farvi avanti.

Ad ogni modo, nel caso specifico, lo spione e' il sottoscritto (che a Vimodrone fra l'altro ci sara' stato una volta in vita sua). Vi volevo informare che mentre ero in Italia sono arrivati sul mio pianerottolo 3 (e dico 3) nuovi inquilini e io da 2gg sto spiando sfacciatamente per scoprire qualcosa di +: sesso, eta',stato matrimoniale, abitudini alimentari. Spioncini, buchi della serratura, tende alla finestra...ogni appostamento potrebbe essere quello buono. Per ora non ho scoperto niente, se ci sono novita' interessanti sarete tra i primi a saperlo.

7 settembre 2009

3 billie jean

Non sono mai stato un fan di Michael Jackson, non ho mai capito le ragioni del fenomeno e, a dirla tutta, sono rimasto un po' perplesso e infastidito per le reazioni alla sua recente scomparsa.
Ieri mentre facevo la spesa hanno messo Billie Jean e l'intero supermercato (compreso il sottoscritto) senza accorgersene si e' messo a canticchiare, qualcuno (non il sottoscritto) addirittura ad improvvisare dei passi di danza...per qualche minuto a tutti e' sembrato di essere in un posto diverso. Le ragioni non le ho capite ancora ma qualcosa di speciale ci deve essere

1 i giardini pensili

Nell'antichita' quelli di Babilonia erano considerati una delle 7 meraviglie del mondo.
E allora New York, che a pensarci bene con Babilonia di cose in comune ne ha + d'una, quest'estate ha deciso di inventarsi la sua personale versione dei giardini pensili: la High Line.Una passerella sopraelevata lungo i binari dismessi della vecchia ferrovia che attraversa una decina di blocchi giu' nel Meat Packing. L'idea e' quella di una passeggiata tra i grattacieli con il fiume Hudson ed il Jersey ad ovest e il centro citta' a est.
Bello, ma non aspettatevi una cosa da mozzare il fiato. Tutto in perfetto stile nyese: un'idea carina, realizzata in probabilmente un decimo del tempo che la stessa cosa avrebbe richiesto in Italia ed un grandissimo sforzo in mktg, pr e promozione.
Ma la marcia in + come al solito arriva dai meravigliosi, bizzarri, impagabili abitanti di questa citta'. In quale altro posto al mondo gli inquilini dei palazzi adiacenti al percorso si sarebbero messi a organizzare spontaneamente dai loro salotti degli spettacoli di cabaret? Oppure gli avventori di un albergo avrebbero deciso di sfilare in deshabille' dai finestroni delle loro camere? Only in NY

0 fuochi d'artificio

Ho 2 ricordi legati ai fuochi d'artificio quest'estate

Me con il naso all'insu' che guardo il mirabolante spettacolo pirotecnico organizzato per la festa del paese. Il + bello di sempre...in un tripudio di luci, colori ed esplosioni che si inseguono ad un ritmo frenetico suscitando continui moti di stupore e qualche occasionale gridolino tra la folla pigiata lungo il fiume. Il + costoso di sempre...con il comune che scava fino in fondo alle sue casse per gridare a voce un po' troppo alta per essere veramente convincente che la crisi non c'e', almeno non da noi. Intanto nel cielo, non curante della festa e nemmeno della crisi, c'e' un aereo che sembra passare vicinissimo a dove esplodono i botti ma che in realta' - me lo ricorda la ragione - vola centinaia di metri + in alto.

Me con il naso all'ingiu' su un volo appena decollato dalla periferia di Francoforte. I fuochi che non emettono alcun rumore dietro al finestrino e diventano sempre + piccoli nella distanza fino a scomparire del tutto per il gran finale. Chissa' se laggiu' c'era qualcuno che in tedesco pensava alle stesse cose che erano balenate nella mia testa una settimana prima ?

1 settembre 2009

2 l'invasione degli scarafaggi

Quest'estate ci mancava solo l'invasione degli scarafaggi (a cui Studio Aperto pensa bene di dare risalto nazionale nell'edizione delle 18:30)

Ecco l'articolo tratto dall'Eco di Bergamo con tanto di video amatoriale per gli amanti dell'orrido

PS: Le cucarache di NY se li mangiano 'sti scarafaggini della bassa padana !

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