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28 febbraio 2009

8 In coda per Gomorra

Questa volta sono io che arrivo da buon ultimo.
Di Gomorra (con l'h finale per gli americani) avevo sentito parlare un sacco negli ultimi mesi ma fino ad oggi pomeriggio non ero ancora riuscito a vederlo. Qui chiaramente il film non e' stato accompagnato dal can can mediatico che ha avuto in Italia e credo che in questo momento lo stiano dando solo all'IFC Center (che fra parentesi è uno dei cinema più fichi della città, una versione indie dell'Anteo per darvi l'idea). Ma che ci crediate o no per entrare allo spettacolo delle 15.30 c'era una coda lunga un intero isolato (e ce n'era un'altra lunga giusto un pochino di meno per lo spettacolo successivo quando sono uscito al termine della proiezione).

Il film, d'altra parte, è incontestabilmente molto bello.
Non solo per i temi che affronta e per il fatto che lancia una denuncia coraggiosa ed importante per il nostro paese ma anche dal punto di vista della resa cinematografica.
Sono 4 storie amare di piccola-grande criminalità vissute sullo sfondo del degrado umano e sociale del quartiere di Scampia che qualche volta destano semplicemente indignazione e qualche altra, invece, ti portano a chiederti se sia così facile tracciare la linea che divide vittime e carnefici.
C'è il racconto di una disperazione profonda e strillata a muso duro, che viene rappresentata dai palazzi fatiscenti in cui vivono alcuni dei protagonisti e che con il loro labirinto di corridoi fanno pensare a degli alveari sopravvissuti miracolosamente ad un'esplosione atomica (chi ha curato le scene in questo film ha fatto un lavoro davvero sensazionale).
Ci sono sentimenti gretti come la vanità (soprattutto maschile) e l' avidità che si sostanzia nel gesto ossessivo di contare e ricontare i soldi, ripetuto da tutti i personaggi del film, che si tratti dei boss + feroci o di pezzenti senza alcuna difesa.
E c'è la violenza, scimmiottata in maniera infantile e fine a se stessa dai ragazzini che si ispirano alle scene di Scarface o pianificata con consapevolezza dai capibanda che seminano morte per ottenere soldi e potere.

Quello che il film sembra dire (almeno io l'ho capito così) è che il problema della Camorra non è soltanto questione di cosche, spaccio di droga o ammazzamenti reciproci, per quanto barbari questi fenomeni possano essere. Ma è soprattutto un problema culturale: un modo di (soprav)vivere e stabilire relazioni nel contesto sociale di quella periferia degradata. Non se ne esce con le operazioni di polizia ma definendo nuovi modelli, creando nuove aspirazioni per i ragazzi di quel quartiere. Come ciò possa essere fatto non viene detto. I protagonisti di 2 delle 4 storie decidono di andare via e cambiare vita. Ma cosa li aspetti non lo so.

4 Il pack + orrendo della storia

Quello sulla destra e' o non e' il pack + oRendo che banco frigo abbia mai visto?
Perche' Tropicana, leader incontrastrato nel settore dei succhi d'arancia, abbia abbandonato il suo inconfondibile cartoncino (a sinistra nella foto) x buttarsi su questa schifezza che sembra la marca generica del supermercato per me resta un mistero assoluto.
Nel bancone non si riesce piu' a trovarlo, si confondono i diversi gusti ed in generale e' proprio anche fastidioso da un punto di vista estetico.
In una botta sola cancellata la value proposition che (per come la capivo io) era tutta basata sulle arance succose e naturali per passare ad una roba asfittica da probiotico in recessione.

Ridateci quello vecchio!!!

22 febbraio 2009

12 e se mi trasferissi a Greenpoint ?

Nessun trasloco in vista perche' il contratto d'affitto l'ho rinnovato da poco e un altro annetto a Chelsea lo passo volentieri (senza contare che con il casino in cui sono immerso ultimamente un trasloco significherebbe l'annientamento totale).
L'anno prossimo, pero', mi sa che un pensierino serio su Brooklyn ce lo faccio.
Ad esempio c'e' questo quartierino affacciato sull'East River che si chiama Greenpoint.
Ci sono stato l'altra sera per far visita a degli amici e dal momento in cui ho messo il naso fuori dalla metropolitana mi ha immediatamente trasmesso una sensazione di casa. Non che assomigli a Fara, ma quello che si percepisce nettamente e' un'atmosfera di "buon vicinato"...se capite quello che intendo: ci sono le palazzine di mattoni alte 3 o 4 piani al massimo eleganti e ben allineate, strade pulite che uno a downtown se le sogna e un sacco di belle chiesette (cattoliche, episcopali, ortodosse e chi piu' ne ha piu' ne metta).
Le 2 arterie principali si chiamanoManhattan avenue e Greenpoint avenue. Sulla prima ci sono le attivita' commerciali, gestite prevalentemente da famiglie polacche (operose come da tradizione), e qualche discreto ristorantino mentre sulla seconda ci sono soprattutto bar e locali. La scena non sara' proprio quella di Williamsburg ma sicuramente ci si accontenta.

Tutto perfetto? No, naturalmente no. I trasporti non sono per niente comodi perche', nonostante sia appena al di la' del fiume, Greenpoint non e' collegata direttamente a Manhattan ed e' servita solo dalla famigerata linea G (famigerata perche' lentissima non pensate male). Con il servizio di limo del quartiere ce la si cava con meno di $15 che non sono tanti ma che non si possono neanche spendere tutte le sere

Ho piu' o meno 9 mesi per decidere (tempo obiettivamente considerevole). Facendo la somma di tutto secondo voi vale la pena?

20 febbraio 2009

5 bella, ricca...ma nessuno se la piglia

L'altra sera bevevo una birra in una bettola dell'East Village quando entra dalla porta Kirsten Dunst. Ok lo so, il nome non vi dice niente ma una che ha baciato Spiderman (e pure a testa in giù) va di diritto considerata una celebrity. Kirsten è assieme a 2 amiche e se la spassa come una 16enne: beve che neanche una veneta, fa la svampitella, caccia gridolini e si fa le fototessere nella cabina. Insomma se volete la mia opinione tira fuori il classico repertorio di moine che usano le ragazze per attizzare il maschio da bar. E invece niente, passano i minuti e nessuno se la fila. Sì magari qualcuno la guarda, noi compresi (perchè in fondo è sempre quella che ha baciato Spiderman), ma a nessuno - e dico nessuno - passa neanche nell'anticamera del cervello di schiodarsi dalla sedia per parlarle. Ricca, carina, apparentemente disponibile ma alla fine è troppo sbatti.
E intanto al banco del bar ci sono 2 coattone brutte come il peccato che si giocano determinate tutte le loro carte. Quando esco ho come l'impressione di chance questa sera ne avranno più loro della graziosa Kirsten

13 febbraio 2009

1 gli ultimi 15gg...sul divano

Mentre ero in Italia al cinema non ci sono andato tanto...ma grazie al mulo un paio di film li ho visti lo stesso

Questo qui e' una boiata senza precedenti, che teoricamente andava visto addirittura con gli occhiali 3D (ah che nostalgia gli anni 80)...La cosa piu' bella del film? Essersi addormentato dopo 20 minuti dall'inizio


Quest'altro, invece, magari non meritera' la pioggia di nomination che gli e' caduta addosso pero' alla fine e' davvero bellino. Uno spaccato dell'India contemporanea con tutti i suoi mali e il racconto di una vita che sembra avere un copione gia' scritto ma che non per questop si vive meno intensamente

12 febbraio 2009

10 Coliche

Non e' successo ancora niente!
Questo e' un post-preventivo, indirizzato + che altro ai miei lettori piu' skillati in materia di sanita' americana come Moky e Fabrizio (un sos insomma)
Ho come la sensazione che nei prossimi giorni avro' una colichetta al rene sinistro. Io neo-31enne ma con un fisico che neanche un 81enne lo vorrebbe, sono un po' predisposto (mi e' capitato ogni 2-3 anni dal '98 o giu' di lì ) e qualcosa mi dice che dopo gli strapazzi del viaggio questo giro siamo vicini

Senza neanche stare a menzionare i dolori atroci che questa, in fondo innocua, patologia ti infligge per il momento vorrei concentrarmi sulla parte pratica ed essere ben preparato sul da farsi quando sara' il momento

Consigli bene accetti, anzi propri sollecitati se non si era capito

PS: come argomento del primo post di questo secondo anno a ny veramente notevole, no?

6 febbraio 2009

14 31 and back

Il visto ce l'ho, il biglietto anche
...giusto il tempo di festeggiare il mio (31esimo!!!) compleanno e poi si parte

1 febbraio 2009

5 Chi ne sa di più?

Non so adesso ma quando facevo l'università io era abbastanza comune far lezione al cinema.
Ricordo in particolare quello dove seguivo il corso di Economia Politica al primo anno, proprio accanto al cortile dell'università. Si chiamava Cinema Arti e ti faceva sempre un effetto un po' surreale perchè, essendo specializzato in film per bambini, ti ritrovavi seduto con i tuoi appunti in mezzo a una gigantografia della Sirenetta ed un poster dei 7 nani.

Ieri sera prenoto per andare a vedere uno spettacolo comico al Teatro Derby, controllo su google maps perchè non mi ricordo bene dov'è e anche se mi suona subito strano mi appunto l'indirizzo in via Mascagni al nr. 8 (dietro San Babila). Quando arrivo lì, come avrete capito, trovo il teatro esattamente dove prima c'era il cinema.

Qualcuno ne sa qualcosa di più su questa storia?

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