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26 luglio 2009

2 'inoteca

Qualche post fa vi raccontavo un po' rassegnato che e' difficile trovare dei buoni ristoranti italiani a New York.
Va un po' meglio quando dai ristoranti si passa alle enoteche. Per esempio c'e' questo locale del Lower East Side, all'angolo tra Ludlow e Rivington, che si chiama 'Inoteca.
Una nutrita lista di vini con opzioni che vanno bene per tutte le tasche assieme ad un menu' semplice semplice basato su un'ottima selezione degli ingredienti e ricette facili della tradizione italiana. Si puo' scegliere tra 12 diversi tipi di bruschetta (quella alle cipolline e timo e' la mia preferita) e devo dire che oggi ho mangiato un gratinato di verdure che mi ha sorpreso per quanto era buono.
In + la zona e' assolutamente hip (proprio di fronte alla popolarissima birreria Spitzer) sia per il brunch della domenica, che per lo struscio del sabato sera.

3 Q&A

Altra situazione in cui le differenze tra italiani e americani si fanno vedere sono le sessioni di domande e risposte alla fine di un convegno o di una presentazione.
In Italia normalmente calano i 5 minuti di panico, la gente suda freddo come quando a scuola i professori sfogliavano il registro per decidere chi interrogare ed il malcapitato moderatore di turno deve fare acrobazie oratorie per riempire i 15minuti messi in scaletta.
In America, invece, uno non fa in tempo a chiedere se ci sono domande che dal pubblico spunta una selva di mani alzate e prende il via una raffica di quesiti a ripetizione.
Personalmente non credo che questa cosa abbia a che fare con il fatto che gli americani sono abituati ad esprimere la PROPRIA opinione + liberamente di noi...ma piu' semplicemente che sentono in maniera + forte la necessita' di esprimersi (in un modo o nell'altro). Fosse anche per dare voce ad un luogo comune, ripetere letteralmente una cosa letta da qualche parte o fare una domanda che letta dal conduttore di un talk show ci puo' anche stare dentro ma alla fine di una rassegna di cortometraggi animati firmati da registi sconosciuti fa piu' ridere che altro.

20 luglio 2009

8 a volte mi sembrano scemi

Ci sono delle cose per cui bisogna guardarli con ammirazione gli americani: la capacità di mobilitare risorse in un progetto, la tenacia nel perseguire gli obiettivi, la capacità di voltare pagina e cominciare tutto da capo. Altre volte, però, mi sembrano degli scemi.

Domenica pomeriggio, uno dei tanti water front che da Brooklyn si affacciano sulla city ospita un concertone gratuito. Palbi esce dalla metropolitana tutto di buon umore ma dopo pochi passi gli si para davanti una scena che non gli piace: la solita interminabile coda di 4 isolati mi fa seriamente venire voglia di voltare i tacchi e ritornarmene a casa. Poi pero' prevale l'italiano che c'e' in me e mi dico "Mah, fammi vedere se facendo il vago riesco a infilarmi lo stesso". Sorpresa totale quando arrivo all'entrata del parco e scopro che è divisa in 2: da una parte l'ingresso per il concerto con centinaia di persone in coda, dall'altra l'ingresso al prato e alla spiaggetta con la gente che va e viene a piacimento.
Chiarisco che qui non si parla di Central Park ma di un pratino che sarà 200m di lunghezza per 400 di larghezza. Ma fosse stato anche + grande, vi dico che il palco era posizionato esattamente al confine tra le 2 aree, divise pro-forma da una retina arancione che mi arrivava forse a metà caviglia.

Inutile dire che da questa parte della rete ha preso posizione una cosmopolita comunità di europei (francesi, italiani, spagnoli) che vista la possibilita' di avere un posto praticamente in prima fila non se lo sono fatti dire 2 volte. Di là solo americani...in coda e contenti.

19 luglio 2009

14 20 miglia

Premetto che sono assai orgoglioso di essermi finalmente costretto a fare dell'attivita' all'aria aperta - avevo scritto "sport" ma obiettivamente mi sembra una parola eccessiva per una biciclettata. Comunque, ridendo e scherzando ieri mi sono fatto 20 miglia (abbondanti) lungo l'Hudson River, che per chi non è familiare con le conversioni sono piu' di 30km.
Partenza verso le 3 del pomeriggio all'altezza della 43esima dove ho noleggiato la bici da quegli amorevoli lestofanti di Bike and Roll, che tra assicurazioni, waiver, cazzi e mazzi alla fine della giornata mi hanno spillato la bellezza di $41 + $50 di deposito che - dice - mi verranno riaccreditati tra una settimana.
Poi su a pedalare fino a sopra la linea della 190esima dove ci sono Tryon Park e i Cloisters. Io sono solito dire che Manhattan alla fin fine e' un paesotto + piccolo di Milano ma mi dimentico sempre che sopra la centesima strada praticamente c'è una seconda citta' (peraltro + estesa della prima).

La biciclettata mi e' passata bene. Non tanto per quelle storie che lo sport ti fa bene anche all'anima, che se liberi le energie ritrovi l'equilibrio e la serenita', che il sudore lava via le preoccupazioni. Queste teorie, cari miei, me le dovete ancora dimostrare! Dopo il primo esperimento mi sento di confermare, invece, una realtà + lapalissiana: l'attività fisica stanca!

Comunque, stavo dicendo che la biciclettata mi è passata bene e la ragione è il contesto eccezionale in cui ti trovi a pedalare con il panorama che cambia completamente ogni 10 isolati. Lungo la strada ho incrociato: una porta aerei della marina militare ; un aquilotto (che visto in volo suscita ammirazione, a terra - da fermo - rispetto ma che se cammina sembra un pollo) ; decine e decine di playground... alcuni professionali e alcuni che si tenevano su con lo scotch ; frotte di latinos grassi fino all'impossibile, con la musica a palla ad affumicare il lungo fiume con dei barbeque selvaggi ; il piccolo faro rosso torreggiato dal Washington Bridge proprio come nel racconto per bambini...e un'altra miriade di odori, colori, sensazioni che ci vorrebbe qualcuno + bravo a scrivere per rendere l'idea. Straconsigliato a chi a NY ci vive e anche a chi è solo di passaggio.

18 luglio 2009

1 gli ultimi 15gg al cinema

Questo blog non poteva tornare lo stesso senza la rubrichetta degli ultimi film che ho visto.
...immagino che anche voi non riusciste piu' a stare senza, eh?

Humpday è una commedia indipendente premiata dalla giuria all'ultimo Sundance. Il tema e' assolutamente inedito, roba mai vista prima (!) : le insicurezze di 2 trentenni che non riescono a decidere se fare il passo verso la vita adulta o prolungare ancora un'adolescenza che è già andata 10 anni oltre il suo termine biologico. La prima volta che qualcuno si decidera' a fare un film su un 30enne determinato e che sa quello che vuole dalla vita un premio glielo do io!
L'espediente comico su cui si base la trama, comunque, e' buffo...non si capisce bene come in una notte di devasto i 2 decidono che la cosa migliore da fare e' girare insieme un video porno gay da presentare a un concorso artistico. Prima pero' quello già sposato deve far digerire l'idea alla moglie e poi insieme devono capire come passare dalla teoria alla pratica...che non e' affatto facile considerando che nessuno dei 2 e' gay. Insomma se vi capita potete anche andare a vederlo che mezza risata la fate ma complessivamente e' 'na cagata

Moon lo aspettavo con trepidizione ma vi dico subito che le aspettative sono andate deluse. In questo caso non vi posso dire praticamente niente della trama per evitare lo spoiler (anche se poi sai che c'e' da spoilerare). Vi dico solo che l'idea sarebbe stata innovativa per un film dell'83...oggi siamo nel 2009 fatevi un po' i vostri i conti. E anche la resa filmica e' tutto sommato modesta con poca suspence e nemmeno quel senso di inquietudine latente che il trailer prometteva

15 luglio 2009

4 1, 2, 3 crisi

Qualche mese fa scoppiava la crisi e dall'Italia a forza di leggere i titoloni dei giornali tutti a chiedermi "Ma lì com'e' ?" ...e io non sapevo cosa rispondere perche' era tutto normale.

Ora che e' passato un po' di tempo, della crisi non mi chiede + nessuno ma gli scricchiolii si sentono adesso piu' di prima

Ci sono le cose piccole della vita di tutti i giorni: gli appartamenti che rimangono sfitti un po' + a lungo, i ristoranti che chiudono qua e la', qualche conoscente che lavorava in banca ma il posto adesso non ce l'ha + . E ci sono quelli che quasi si possono definire degli eventi collettivi:

1. Il mitico megastore Virgin di Union Square che chiude i battenti perche' non riesce piu' a starci dentro con i costi


2. Il cartellone di DKNY smontato dopo aver troneggiato su Soho per 17 anni...Sostituito credo da A&F l'unico marchio che grazie a tamarraggine e sottotesti sessuali sembra prosperare in questo periodo di vacche magre

3.Il biglietto della metropolitana che in una botta sola aumenta di oltre il 10% e arriva a $2.25 x corsa. Con il settimanale che atterra alla spettacolare cifra di $27!!

12 luglio 2009

6 pirati

Il ritrovo e' poco prima del tramonto in un locale di Brooklyn per l'iniziazione.
L'invito non e' che dica molto altro: una nave, dei pirati e l'ordine di tenere la bocca chiusa perche' la festa deve restare clandestina (cosa che a dire il vero desta molta meno impressione considerando che qui neanche i locali + in avrebbero mai la licenza x gli standard italiani)

Raggiungere il locale non e' difficile nonostante la metropolitana guasta...basta seguire un improbabile codazzo di bucanieri e corsari post-moderni (tra cui immancabilmente anche una mezza dozzina di Italiani). Barboni neri usciti dai libri, ragazzi col mascara x imitare Johnny Depp, bandiere con i teschi, qualche pappagallo di peluche ma anche sexy ballerine in tutu' rosa, pagliacci vestiti da zorro e un paio di coppie agghindate a mo' anni 20...che coi pirati non ho mica capito cosa avevano a che fare.
Dal locale, si monta a gruppi di 15 su un minivan flower power guidato da un mezzo hippie assai di buon umore per essere finalmente scaricati sul luogo della festa che e' un canale incastrato tra Brooklyn e il Queens nel mezzo dei miasmi puzzolenti degli stabilimenti chimici.
Sulla barca e' un baccanale di musica ipnotica, spettacoli acrobatici e giochi di luce fino a che arriva il temporale a spazzare via tutto lasciando la gente inzuppata, intontita ed un po' ebete ma contenta di aver vissuto un'altra notte ancora.

Fica New York, eh? non c'e' niente da dire...sarebbe anche + fica se le persone a cui vuoi bene non stessero a 8 ore di volo ma immagino che questo sia un argomento per tutto un altro post

11 luglio 2009

4 un mese

Oh ma che mese di merda e stato ?

Ad ogni modo rieccomi qua in piena forma e addirittura di umore passabile, quasi pronto a rimettermi a parlare di facezie e amenita'

...magari non oggi ma prometto un post per questa settimana

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