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27 settembre 2008

6 pomeriggio al met

Il tempo da schifo lascia 2 opzioni per il pomeriggio: cinema o visita al museo. Vada per la seconda che sono qui da 9 mesi e non ho ancora visto quello che un turista fai-da-te riesce a infilare in un programma di una settimana. Vi racconto un paio di cose sul Metropolitan Museum of Modern Arts:
  • Al Met pagare è tendenzialmente facoltativo. Nel senso che sarebbe obbligatorio ma nessuno ti fila di striscio all'ingresso delle gallerie. C'è caso che puntino sul fatto che il biglietto è una spilla con il logo del museo e un sacco di gente (aka palbi) non se ne tornerebbe mai a casa senza averla pinzata ai jeans
  • Gli allestimenti sono, in una parola, hollywoodiani: che si tratti di ricreare una tomba egizia, un colonnato rinascimentale o un monastero zen gli americani hanno un talento innato per la scenografia
  • Di roba da vedere ce n'è tanta ma tanta proprio. Se pensate di fare il giro del museo in un pomeriggio scordatevelo. Diciamo che 4h bastano per farsi un'idea ma poi bisogna tornare
  • Quando ritrovi un'opera d'arte dopo un po' di tempo ti fa una certa sensazione. Tipo quando cerchi il telecomando e per qualche motivo è finito in camera da letto mentre di solito è accanto alla tv. La scultura di Boccioni qui sotto, per esempio, l'avevo lasciata che era a Palazzo Reale a 2 passi dal Duomo. Mentre il dipinto di Monet era finito addirittura a Brescia e ritrovar la strada non deve essere stato facile (scusate l'allineamento delle gif ma è il meglio che mi è venuto)
  • Le dimensioni dello store sono francamente imbarazzanti. Va beh che dovranno recuperare i soldi che ci smenano con i biglietti ma è pur sempre un museo, non un centro commerciale
  • C'era una mostra dedicata al nostro Giorgio Morandi. Oh io sarò un po' troppo pop come sostiene qualcuno di voi ma cacchio c'è anche un limite a tenere il profilo basso. Giallino, grigino, marroncino...su un po' di quella lena. Dal basso della mia ignoranza non mi dovrei permettere ma alcuni dei dipinti mi sembravano gli schizzi che il professor Galli ci faceva fare alle medie
  • L'arte africana resta un punto di domanda. Invece sorpresona dall'Oceania. Visto cose fantastiche. Frutto di un'immaginazione che sembra venire da un pianeta diverso dal nostro. E poi un'arte fatta per interagire col corpo: maschere, strani obelischi che vengono portati a mano (o sulla testa) durante danze rituali. Da bravo ciula come al solito ero senza macchina fotografica ma flickrate un po' e vedrete che mi date ragione

4 se non sono matti non li vogliamo

Esempi di umanità varia che si incontrano per le strade della città
Il pugile sotterraneo: in pantaloncini da boxeur e a mani nude, scambia il muro della metro per un sacco, e tra finte e controfinte lo prende a pugni. Contento lui
La ciccio-ballerina: in tutù sotto la pioggia mi frega il taxi di fronte al Metropolitan Museum. Gran zoccola.
Il taxista anarchico: mi lascia alla 16esima, please? No no ti lascio alla 17esima. Ma ti ho detto la 16esima che piove. Ok, ok allora ti lascio alla 17esima? Ha vinto lui

23 settembre 2008

5 villa arzilla

Oggi a pranzo accanto a me c'erano 2 arzilli signori italiani sulla 70ina che si divertivano a dire volgarità assortite per impressionare la giovane (peraltro scafatissima) cameriera. E fin qui tutto a posto, anzi siparietto divertente. Attacchiamo bottone e cominciano a parlare delle amanti 25enni di uno dei 2, apparentemente dislocate ai 4 angoli del pianeta. E all'inizio bene pure lì. Alle persone di una certa età qualche caduta di stile la si perdona volentieri. E poi piacerebbe pure a me a 70 anni dare pacche sul culo a destra e a manca e avere un amante con la metà degli anni miei.
Poi però mi è sceso un po' tutto perchè poco a poco hanno cominciato a darmi l'impressione, più che di divertirsi, di volere smargiassare. E ho pensato che se anche a 70 anni suonati c'è bisogno di quel tipo di gratificazioni, invecchiare non fa diventare affatto più saggi.

21 settembre 2008

8 Tanto non è che te li puoi portare nella tomba

I soldi è meglio spenderli che a tenerseli non c'è gusto. Però ci sono dei momenti che ti viene da pensare che forse ne hai spesi troppi. Per esempio quando entri in un negozio dove fai shopping ogni tanto e ti succedono in sequenza queste cose qui:
  • Il commesso appena ti vede si scioglie in un sorriso che neanche se avesse di fronte la madre che non vede da 2 anni. Ti saluta per nome e tira fuori una serie di episodi sulla tua vita che non sa nemmeno il tuo miglior amico;
  • Poi ti fa sedere e con naturalezza va a farti un caffè (un caffè? ma a voi l'hanno mai fatto un caffè in un negozio?);
  • Non fai in tempo a provarti un paio di pantaloni che quando esci dal camerino lui ha già in mano altri 3 capi che matchano perfettamente questa o quell'altra cosa che hai comprato il mese scorso (perchè sì, lui si ricorda benissimo quello che hai comprato il mese scorso)
  • Chiedi di chi è la canzone che stanno suonando nel negozio e si precipitano al piano di sopra per recuperare il cd e fartelo vedere
  • Un altro cliente si avvicina per chiedere qualcosa e lo guardano con aria disgustata come a dirgli "cliente plebeo, non lo vedi che stiamo servendo palbi"
  • Quando la tua carta di credito viene rifiutata il povero commesso di cui sopra ti guarda con uno sguardo spaurito che per metà vuole significare "ma come? persino le tasche di palbi hanno un fondo" e per l'altra metà "mi dispiace, mi dispiace non volevo ridurti sul lastrico". Poi tiri fuori il bancomat e l'intero sistema degli equilibri planetari riprende forma di fronte ai suoi occhi
  • Alla fine esci dal negozio trascinando a fatica la tua pesantissima borsa e gli altri commessi ti guardano con quello sguardo pieno di rispetto che si riserva di solito alle mignottone slave che dilapidano i portafogli del pesce di torno
Insomma, come dicevo sopra, i soldi bisogna spenderli ma assicuratevi sempre di avere carta e bancomat

20 settembre 2008

2 palbi at the movies

E' un mese che non andavo al cinema. Una specie di record personale. Nel frattempo fatto cose vista gente...insomma facevo meglio ad andare al cinema che alla fine esco sempre più contento. Fra l'altro sembra che i film siano continuati a uscire e il mondo dell'industria cinematografica indeterrito (come si dice qui) non si sia per niente risentito del fatto che palbi non c'era. Totale ho un po' di cose su cui aggiornarvi, ma ho come la paura che sappiate già tutto. Per chi invece, come me, per un mesetto è vissuto lontano dal mondo, un po' di news assortite.
  • Oliver Stone sta per uscire con un nuovo film che si intitola W. ed è interpretato dall'ormai gettonatissimo Josh Brolin. Una specie di biografia al vetriolo in cui si racconta l'ascesa al potere di quel falchetto di George W. Bush. Non so bene se l'idea sia quella di fare un po' di rumore appena prima delle elezioni ma, in tutta franchezza, mi sembra che dopo 8 anni ormai siamo davvero fuori tempo massimo per raccontare la iattura che ha colpito il mondo con questa amministrazione degenerata;
  • Luca Barbareschi - sì, quello di C'eravamo tanto amati su Rete4 - è tra gli interpreti di una megaproduzione hollywoodiana che, se è ho capito bene dal trailer, è girata metà in via Manzoni a Milano e metà di fronte alla moschea blu ad Istanbul. Vedermelo sul grande schermo qui a NY è stato decisamente un flash;
  • Al mio Clearview The Dark Knight non è più in rotazione. Sono sicuro che in altre sale della città si possa ancora vedere ma il record d'incassi di Titanic forse dorme sonni più tranquilli;
  • Sean Penn si è andato a cercare un personaggio potenzialmente da Oscar in Milk - il film sul primo sindaco gay di San Francisco. Adesso staremo a vedere l'interpretazione;
  • Beyoncè non riesce neanche a descrivere quello che sente testa, corpo e anima quando si esibisce di fronte a un pubblico. Questa qui viene direttamente dai quiz che ti propinano mentre aspetti che cominci il film e ve la riporto perchè, comunque, è un'informazione che può tornare sempre utile;
  • Burn after Reading, che poi è il film che sono andato a vedere, è ganzo. I fratelli Coen virano decisamente verso la commedia dopo l'esperienza più cupa del pluripremiato No Country for Old Men e sono strepitosi nel trovare un equilibrio tra l'ironia surreale dei personaggi ed una narrazione sincopata e ricchissima di avvenimenti. Il cast (stellare) è in forma smagliante, con un'interpretazione irresistibile di Frances McDormand

0 La vita non è un telefilm

Iera sera ero al W Hotel in Times Square per una mostra fotografica organizzata da City Search. Venivano esposte le foto dei vincitori di un concorso in cui veniva chiesto ai partecipanti di ritrarre l'anima di una città. Insomma una di quelle cose che se le vedi in Sex & The City pensi siano fichissime e vorresti essere lì pure tu. E invece no. La mostra era un po' asfittica, le foto non le vedrete mai sul National Geographic, la gente era tirata ma niente di spettacolare e al bar quando ho chiesto un prosecco non sapevano di cosa stavo parlando. Ahi ahi ahi la vita non è un telefilm. Serata salvata con una bella cena Thai in un ristorantino senza tante pretese a qualche blocco di distanza. Tra vino, chiacchiere e risate

18 settembre 2008

3 Posto che se no perdo il filo

Questa settimana non ho ancora avuto il tempo per postare un po'. Non ce l'ho neanche adesso e allora faccio un elenco rapido rapido delle cose che sono successe
  • una super sorpresa consegnata direttamente a domicilio dopo averla attesa per settimane e settimane
  • l'inevitabile fregatura direttamente a seguire, ma pazienza che va bene anche così
  • il mio collega in crisi dura senza la sua donna (Paola torna presto che se no brontolo non si da pace)
  • 2 amici in visita per la città
  • troooppo lavoro
  • 1 o 2 baby steps con il mio visto
  • l'ennesima nuova vicina di casa: Takako, la giapponese del New Jersey
  • questi 2 blog che ho cominciato a leggere: Non si sa mai da Dallas e Alice e la Bestia da Brooklyn
  • il soffitto del bagno che gocciola, sgocciola e rigocciola

15 settembre 2008

0 Rihanna rifa' Dragostea

La domanda e' sempre quella lì: MA PERCHE'?

14 settembre 2008

0 Come investire bene $9

Con $9 in tasca a Milano si riesce al massimo a rimediare un kebab. A NY, invece, con un po' di fortuna potete infilarvi ai Rooftop Films - la manifestazione estiva che porta oltre 100 cortometraggi e film underground in fantastiche location all'aperto attraverso tutta la città.
Le serate, di solito, si aprono con un piccolo concerto di una band indy, proseguono con una decina di proiezioni e si chiudono con l'inevitabile open bar in qualche locale del quartiere.
Adesso che rileggo ho come la sensazione di avervene già parlato. Ad ogni modo un post in più è meglio di un post in meno, no?
Ieri sera la cornice era l'Old American Can Factory, un vecchio complesso industriale di Brooklyn riconvertito a centro multimedia che oggi ospita laboratori, esposizioni d'arte e studi di design. Semplicemente spettacolare: un labirinto di scale e corridioi su 3 piani tra vecchie fornaci e macchinari per la stampa in un'atmosfera davvero magica e sospesa nel tempo ma cionondimeno in fermento e colma di energia. Appena arrivati sulla terrazza siamo stati accolti da una luna piena che cercava di farsi strada tra i nuvoloni e da una litania celtica che suonava stranamente familiare. Ci è voluto un po' per capire che si trattava di una cover del classicone di Springsteen "I'm on fire".

La serata si intitolava Dark Toons ed era interamente dedicata all'animazione. Come sempre un mix di corti dal sapore diversissimo con qualche piccola chicca e obiettivamente qualche caduta di stile. Il bello di queste rassegne è che un minuto ti trovi a ridere, quello dopo a riflettere un po' amareggiato e un minuto dopo ancora magari sei semplicemente confuso perchè non hai afferrato il messaggio che il regista ha cercato di passare. Ma torni a casa sempre con un sacco di stimoli e suggestioni. Cibo per il cervello insomma. Il personaggio più memorabile probabilemente è Hot Dog, il cagnone pompiere dell'immagine qui sopra. Un po' Grisù, un po' Will il Coyote. Come si fa a non identificarsi?

4 Block Party

Manhattan di solito vince a mani basse la sfida con Brooklyn. Almeno per il sottoscritto.
Ma se c'è una cosa che ha da invidiargli sono i block party. Interi quartieri che scendono per strada a fare baracca. Traffico bloccato, musica pompata a palla, la birra che scorre a fiumi, i bambini che scorazzano in bicicletta, improbabili ciccione sudamericane che si scatenano in balli proibiti e un'aria di festa in cui tutti sono i benvenuti. Alla faccia di tutti quei discorsi sui vicinati anonimi delle grandi metropoli.

11 settembre 2008

1 Due torri di luce blu

L'Empire State Building è illuminato con i colori della bandiera americana e da Ground Zero dei cannoni di fabbricazione italiana sparano su nel cielo 2 torri blu.
E' il settimo anniversario dell'11 settembre

10 settembre 2008

3 Il campione azzoppato

Il campionato di football non ha fatto in tempo a partire che il giocatore più famoso si è già infortunato al ginocchio e rischia di stare fuori fino a fine stagione.
Si chiama Tom Brady, ha 31 anni ed è il quarter back dei New England Patriots - la squadra che lo scorso anno ha infranto tutti i record ma nella finalissima per il Superbowl ha sorprendentemente ceduto ai NY Giants.
Bello, corteggiato da frotte di sponsor che lo hanno reso milionario, addirittura eletto l'uomo più elegante d'America da GQ Magazine e naturalmente fidanzato con la bellona di turno. Anzi, a essere precisi precisi, nel caso specifico la bellona è niente meno che Giselle. Praticamente Totti elevato all'ennesima potenza.
La domanda è lecita. Ma a questo di giocare a football che importerà mai?

8 settembre 2008

4 Chiude il vecchio paese delle meraviglie

Oggi ha chiuso i battenti, dopo decenni di onorata attività, Astroland il parco dei divertimenti di Coney Island. Costi di gestione troppo elevati, vistoso calo di affluenze e noi che oramai siamo abituati a sognare soltanto in digitale. Resteranno in attività la grande ruota panoramica e le montagne russe del Cyclone. Un pezzo di storia che se ne va...forse per sempre, forse solo per un po'

7 settembre 2008

0 Questione di testimonial

Se Bill Gates sceglie una strategia pubblicitaria alla Giovanni Rana scendendo in campo in prima persona per il nuovo spot Microsoft, c'è da pensare che Apple cominci un po' a infastidire il colosso di Redmond



Nello spot insieme a lui c'è Jerry Seinfeld, protagonista dell'omonima, popolarissima sit-com trasmessa sulla Fox tra l'89 ed il 98

6 settembre 2008

3 nostalgia

Navigando a caso tra i blogroll sono capitato qui e la musica è partita a tradimento



Improvvisamente, inaspettatamente, incredibilmente mi è presa un po' di nostalgia. Un sacco, ma adesso passa

0 Kafka on the shore

La mia lettura dell'estate è questo bel romanzo di Haruki Murakami, intitolato Kafka on the Shore. Due storie che si intrecciano in un mondo disegnato sul confine pericolante che separa l'introspezione psicologica dalla fantasia del mito. Un adolescente che cerca se stesso ad ogni costo ed un vecchio che prima di spegnersi deve compiere un ultimo decisivo atto. Entrambi guidati da un dipinto che racchiude il loro passato e da una canzone che sembra tracciare il loro futuro. Anche se passato e futuro in questo caso sono le 2 facce di un destino comune

0 Aspettando Hanna

Seduto in salotto in attesa di Hanna, la tempesta tropicale che ha fatto disastri ad Haiti, qualche danno in Florida e che qui a NY arriverà declassata a temporalone di fine estate. Stiamo a vedere

1 settembre 2008

1 Season IV

Poco più di un'ora alla season premiere della nuova serie di Prison Break. Detto tutto !

4 US Open

Che figata, ieri ho esaudito uno dei miei sogni di bambino: passare una giornata agli US Open di tennis. Mi sveglio alle 8 pimpantissimo, faccio una colazione leggera e poi salto sulla linea 7 della metropolitana in direzione del Queens per raggiungere dopo circa 40 minuti il complesso sportivo intitolato alla leggendaria Billie Jean King
Ed è subito come entrare in una specie di paese dei balocchi per gli appassionati di tennis. 20 forse 30 campi con i campioni che si allenano letteralmente a 2 metri di distanza da te; migliaia di persone che sciamano da una parte all'altra indecise se prendere posto sugli spalti, fare la fila per un autografo o mangiare l'ennessimo hotdog; aria di festa ed eccitazione. Imponente al centro della struttura si staglia l'Arthur Ashe Stadium che con i suoi 25,000 posti a sedere è il teatro di tutti i match più importanti. Io sono seduto nel loggione a uno degli angoli del campo - posizione fantastica per seguire gli incontri. Apertura di giornata con la serba Jelena Jankovic, brevemente al nr 1 delle classifiche nel corso dell'estate. Partita difficile opposta a una delle promesse del circuito - la 18enne danese Wozniacki - da cui Jankovic viene fuori giocando meglio i punti importanti nel secondo e terzo set.
A seguire il momento più atteso. Scende in campo Roger Federer, probabilmente il più grande campione nella storia di questo sport. E lo dimostra anche oggi alternando colpi devastanti a giocate di precisione e fulminee discese a rete. Una prova davvero spettacolare che ha lasciato a bocca aperta tutti i presenti - compreso l'avversario - il malcapitato Stepanek demolito in 3 set e poco più di un'ora. E per finire ho avuto anche il piacere di tifare un italiano - Andreas Seppi - che se la vedeva con l'idolo di casa Andy Roddick. Temevo di trovarmi in decisa minoranza negli spalti (24,999 contro 1) mentre con mia grande sorpresa il pubblico si è diviso quasi equamente tra i 2 giocatori...forse per quella propensione che hanno gli americani a stare dalla parte dell'underdog. Seppi è bravo a imbrigliare la potenza di Roddick con il suo gioco ordinato ma nei momenti decisivi gli viene a mancare la lucidità e cede in 3 set equilibrati.
E poi arriva il momento di tornare a casa. Un'ultima breve passeggiata tra i campi minori dove adesso si allenano i junior, una pallina raccolta da dietro una siepe che si trasforma in un prezioso souvenir e un po' di nostalgia

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