Le serate, di solito, si aprono con un piccolo concerto di una band indy, proseguono con una decina di proiezioni e si chiudono con l'inevitabile open bar in qualche locale del quartiere.
Adesso che rileggo ho come la sensazione di avervene già parlato. Ad ogni modo un post in più è meglio di un post in meno, no?
Ieri sera la cornice era l'Old American Can Factory, un vecchio complesso industriale di Brooklyn riconvertito a centro multimedia che oggi ospita laboratori, esposizioni d'arte e studi di design. Semplicemente spettacolare: un labirinto di scale e corridioi su 3 piani tra vecchie fornaci e macchinari per la stampa in un'atmosfera davvero magica e sospesa nel tempo ma cionondimeno in fermento e colma di energia. Appena arrivati sulla terrazza siamo stati accolti da una luna piena che cercava di farsi strada tra i nuvoloni e da una litania celtica che suonava stranamente familiare. Ci è voluto un po' per capire che si trattava di una cover del classicone di Springsteen "I'm on fire".
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