Le serate, di solito, si aprono con un piccolo concerto di una band indy, proseguono con una decina di proiezioni e si chiudono con l'inevitabile open bar in qualche locale del quartiere.
Adesso che rileggo ho come la sensazione di avervene già parlato. Ad ogni modo un post in più è meglio di un post in meno, no?
Ieri sera la cornice era l'Old American Can Factory, un vecchio complesso industriale di Brooklyn riconvertito a centro multimedia che oggi ospita laboratori, esposizioni d'arte e studi di design. Semplicemente spettacolare: un labirinto di scale e corridioi su 3 piani tra vecchie fornaci e macchinari per la stampa in un'atmosfera davvero magica e sospesa nel tempo ma cionondimeno in fermento e colma di energia. Appena arrivati sulla terrazza siamo stati accolti da una luna piena che cercava di farsi strada tra i nuvoloni e da una litania celtica che suonava stranamente familiare. Ci è voluto un po' per capire che si trattava di una cover del classicone di Springsteen "I'm on fire".
La serata si intitolava Dark Toons ed era interamente dedicata all'animazione. Come sempre un mix di corti dal sapore diversissimo con qualche piccola chicca e obiettivamente qualche caduta di stile. Il bello di queste rassegne è che un minuto ti trovi a ridere, quello dopo a riflettere un po' amareggiato e un minuto dopo ancora magari sei semplicemente confuso perchè non hai afferrato il messaggio che il regista ha cercato di passare. Ma torni a casa sempre con un sacco di stimoli e suggestioni. Cibo per il cervello insomma. Il personaggio più memorabile probabilemente è Hot Dog, il cagnone pompiere dell'immagine qui sopra. Un po' Grisù, un po' Will il Coyote. Come si fa a non identificarsi?
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