Di registi col talento di
Jonathan Demme non ce n'è in giro tanti. La fama se l'è costruita all'inizio degli anni Novanta con due capolavori indimenticabili come
Il Silenzio degli Innocenti e
Philadelphia. Poi per i 10 anni successivi è sembrato che avesse un po' perso l'interesse per il cinema e salvo un paio di titoli - peraltro poco fortunati - si è dedicato quasi esclusivamente ai documentari, soprattutto di tema musicale.
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Quest'anno è tornato nelle sale - un po' in sordina - con un film davvero bello intitolato
Rachel getting married. E' una piccola storia borghese di fragilità, conflitti familiari e introspezioni che viene raccontata con le pennellate inconfondibili di un maestro: le inquadrature tremanti che inseguono i personaggi di spalle, il gioco degli sguardi e delle prospettive che si intrecciano nei controcampi, l'uso della musica in questo film più di ogni altro per raccontare l'emozione.
2 commenti:
non l'ho visto e mi hai fatto venire voglia di vederlo.
valeriascrive
se vai a vederlo fammi sapere se piace anche a te, neh!
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