Detto questo l'esperienza mi è piaciuta un sacco e queste sono le mie principali riflessioni:
- Lo Yankee Stadium è sorprendentemente piccolino anche se dicono riesca a contenere 25,000 persone
- Anche se lo stadio si trova nel Bronx, ci vogliono appena una ventina di minuti per arrivarci da Midtown e la metropolitana ti lascia proprio all'ingresso (altro che le processioni da P.le Lotto per andare a San Siro)
- Trovare il proprio posto è un'impresa pressochè impossibile perchè le tribune sono divise in tanti piccoli box dove i numeri si susseguono in ordine random. Per un momento ho anche sospettato che il tutto avesse a che fare con la serie di Fibonacci, ma pare di no
- Non c'è il divieto sugli alcoolici, anzi gli inservienti ti strillano nelle orecchie fino a quando non ti sei comprato una birra. Ciononostante i tifosi delle due squadre si mescolano tranquillamente senza che ci sia il minimo incidente.
- 10 innings sono decisamente troppi. 5-6 per me basterebbero
- Il baseball è lo sport + intasato di statistiche del mondo. A me piace il tennis che è a sua volta uno sport votato alla statistica (% di prime palle, errori gratuiti, palle break salvate). Ma nel baseball si va letteralmente fuori controllo (quante palle hai battuto per le ultime 2 squadre in cui hai giocato, il numero di basi rubate nelle partite disputate di sabato, se sei stato mai eliminato per strike-out in un anno bisestile, etc...)
- I giocatori più amati degli Yankees sono Jeter, Alex Rodriguez ed il grande vecchio Matsui, che si chiama come una mia collega morta alcuni anni fa e ricordo sempre caramente
- I tifosi del baseball sono incostanti. Se la loro squadra va sotto e le possibilità di recuperare sono poche è facile che lascino lo stadio in anticipo
- Se la partita di pallone è una specie di grande rito, la partita di baseball invece è un grande circo. Ogni giocatore ha il suo soprannome e le sua sigletta personale che viene messa su quando va in battuta; durante gli intervalli vengano estratti degli spettatori che si possono portare a casa i ricchi premi offerti dagli sponsor rispondendo a quiz + o meno pertinenti (indovinare chi ha il record del maggior numero di home run in una singola stagione, riconoscere un giocatore vedendo una sua foto da bambino, ecc...); e nel pubblico c'è sempre qualche celebrity (questa volta era Adam Sandler) che racconta di quando veniva alla partita da bambino
- Nel baseball niente cheer-leaders. Un po' una delusione
- I NYesi che incontri allo stadio sono mooolto diversi da quelli di Manhattan. Principalmente sono più grassi e bori. Chissà dove stanno chiusi quando non c'è la partita?
La partita, alla fine, è stata un'autentica caporetto per gli Yankees sconfitti con 6 punti di scarto dalla squadra di Toronto. Però nessuno sembrava dispiaciuto più di tanto. Figuriamoci io
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