In Italia normalmente calano i 5 minuti di panico, la gente suda freddo come quando a scuola i professori sfogliavano il registro per decidere chi interrogare ed il malcapitato moderatore di turno deve fare acrobazie oratorie per riempire i 15minuti messi in scaletta.
In America, invece, uno non fa in tempo a chiedere se ci sono domande che dal pubblico spunta una selva di mani alzate e prende il via una raffica di quesiti a ripetizione.
Personalmente non credo che questa cosa abbia a che fare con il fatto che gli americani sono abituati ad esprimere la PROPRIA opinione + liberamente di noi...ma piu' semplicemente che sentono in maniera + forte la necessita' di esprimersi (in un modo o nell'altro). Fosse anche per dare voce ad un luogo comune, ripetere letteralmente una cosa letta da qualche parte o fare una domanda che letta dal conduttore di un talk show ci puo' anche stare dentro ma alla fine di una rassegna di cortometraggi animati firmati da registi sconosciuti fa piu' ridere che altro.
3 commenti:
Tutto verissimo..guarda anche solo quando chiamano sul palco per qualsiasi cosa..si sbracciano dalla voglia di rendersi ridicoli davanti a tutti (o meglio..il "rendersi ridicoli" viene da un italiano)!
una analisi fantastica!!! :) mi piace molto questo post. Lo trovo affascinante!
Gli americani se ne fregano di quello che pensano gli altri, sia nel modo di vestirsi che, evidentemente, nel momento in cui e' richiesta una loro opinione.
... e secondo me dovremmo imparare da loro... anche nel sentirsi meno "self-conscious"...
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